lunes, 12 de enero de 2015

Maria prima e perfetta discepola di Gesù in umiltà

Maria prima e perfetta discepola di Gesù in































L’UMILTÀ DI MARIA

San Bernardo: l’umiltà è il fondamento e la garanzia di ogni virtù. Senza umiltà non ci può essere né virtù né vera virtù.
Gesù è stato il primo ed il sommo Umile: Mt 11,29 e lettera di san Paolo ai Filippesi (2,5-11).
Maria fu la prima e più perfetta discepola di Gesù in questa virtù. Santa Matilde ci dice: “Maria si esercitò molto nell’umiltà fin dalla fanciullezza”.
Cos’è l’umiltà?
Avere un basso concetto di sé. Disse la Vergine a santa
Elisabetta (monaca benedettina): “Sappi bene che io mi ritenevo la più
spregevole e la più indegna delle grazie di Dio”.
Riconoscere le grazie, i doni e i favori del Signore ed attribuirne a Lui solo l’origine e il merito. San Bernardino da Siena: “la Vergine aveva sempre un rapporto attuale
con la Divina Maestà e col proprio niente; ed è stata così tanto
innalzata, proprio perché nessuna creatura si è umiliata tanto quanto
Lei”. Queste prime due caratteristiche formano quella che si chiama umiltà di conoscenza.
Occultare i doni di Dio. Disse Maria a Santa Brigida: “Cosa c’è
di più spregevole che essere considerata da poco, aver bisogno di tutto e
credersi la più indegna di tutti? Tale, o figlia, fu la mia umiltà,
questa la mia gioia e tutto il mio volere, cioè il pensare di non
compiacere altri se non mio figlio”.
Rifiutare le lodi per sé, rivolgendole tutte a Dio. Disse Maria a
santa Brigida: “Ho meritato tanta grazia, perché mi umiliavo tanto ed
ho saputo e pensato di non essere e di non avere niente. Perciò non ho
voluto lodi per Me, ma soltanto per il Donatore ed il Creatore”.
Servire gli altri. Perché sentendosi meno degli altri, e
considerando gli altri superiori a sé, ci si mette al loro servizio. San
Bernardo: “Elisabetta si meravigliava non solo che Maria fosse venuta,
ma anche che fosse venuta per servire e non per essere servita”.
Stare in disparte e all’ultimo posto. Gesù mostrò a s. Brigida
due dame: “Una, tutto fasto è vanità, è la superbia. L’altra, con
atteggiamento dimesso, rispettosa con tutti, col pensiero sempre rivolto
a Dio, e che si ritiene una nullità, è l’umiltà e si chiama Maria”.
Amare il disprezzo. La venerabile suor Paola da Foligno vide in
un’estasi la grandezza dell’umiltà della Vergine e disse al suo padre
spirituale: “L’umiltà della Madonna! Oh, Padre, l’umiltà della Madonna!
Nel mondo non vi è umiltà neppure al minimo grado, in confronto
all’umiltà di Maria”. Queste ultime due caratteristiche formano quella
che si chiama umiltà di volontà, che non solo si riconosce un nulla, ma vuole abbracciare tutto ciò che la fa vivere e ritenere come tale.
Dove e come si vede l’umiltà di Maria?
Basso concetto di sé: santa Matilde ci dice che Maria lo aveva al
punto che mai si preferì ad alcuno, pur vedendosi arricchita di molte
più grazie degli altri.
Riconoscere le grazie attribuendole a Dio. Mai Maria pensò di
essere una peccatrice, ma, pur riconoscendo le grazie straordinarie
concessegli da Dio, ne traeva occasione per lodare e riconoscere
l’infinita bontà e grandezza del suo Dio (L’anima mia magnifica il Signore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva…).
Occultare i doni di Dio. Ella non rivelò la sua gravidanza a san Giuseppe, nemmeno per liberare dall’angoscia il suo povero Sposo.
Rifiutare le lodi per sé, rivolgendole tutte a Dio. Lo si vede da come Maria reagisce alle lodi di Elisabetta.
Servire gli altri. Appena saputo che Elisabetta era incinta, parte subito, senza pensare a sé, allo strapazzo del viaggio, etc.
Gli umili stanno in disparte e all’ultimo posto. Quando Maria
cercava Gesù, Ella era fuori casa e non entrò di sua iniziativa, ma si
fece annunciare (Cf Mt 12). E nel Cenacolo, con gli apostoli, viene
nominata per ultima (At 1,14). Secondo un autore ciò fu scritto da Luca
non per mancanza di riguardo a Maria, ma per descrivere la collocazione
dei presenti nella stanza.
Amare il disprezzo. La Madonna fu sempre in disparte durante la
vita pubblica e le glorie di Gesù… Ma sul Golgota si mostrò senza paura
in pubblico.
I figli di Maria e l’umiltà
Non si può essere veri figli di Maria se non si è umili. “Se non
puoi imitare la verginità della Umile, imita l’umiltà della Vergine”
(san Bernardo). Per l’uomo decaduto, però, non c’è virtù più difficile
da praticare di questa (san Gregorio di Nissa). 
Disse Maria a santa Brigida: “Figlia mia, vieni sotto il mio manto:
questo manto è la mia umiltà, che però scalda solo chi lo indossa non
solo col pensiero, ma anche con le opere. La mia umiltà non giova, se ognuno non si sforza di imitarla. Perciò, figlia mia, rivestiti di questa umiltà”.
L’umiltà di Maria negli scritti di Maria Valtorta
“Quando il peccato di Lucifero sconvolse l’ordine del Paradiso celeste,
travolgendo nel disordine tutti gli angeli infedeli, un grande orrore ci
percosse tutti, quasi che qualcosa si fosse lacerato, distrutto, senza
speranza di vederlo risorgere più. In realtà ciò era: si era distrutta
l’assoluta carità degli Angeli ed era nato l’Odio. Sbigottiti, noi,
Angeli fedeli, piangemmo per il dolore di Dio, per l’ordine violato, per
la fragilità degli spiriti. Non ci sentimmo più sicuri di essere
impeccabili. L’esperienza di Lucifero ci aveva dimostrato che anche
l’Angelo può peccare e divenire demonio. Sentimmo che la superbia poteva
svilupparsi in noi e tememmo che nessuno, fuorché Dio, potesse
resistervi, se addirittura Lucifero aveva ad essa ceduto. Tremammo per
queste forze oscure che non pensavamo potessero invaderci, e ci
chiedevamo con palpiti di luce: ‘Ma dunque l’essere così puri non serve?
Chi mai allora darà a Dio l’amore che Egli esige e merita, se anche noi
siamo soggetti a peccare?’.
Ecco che allora, alzando il nostro contemplare dall’abisso e dalla
desolazione alla Divinità, e fissando il suo Splendore, con un timore
fino allora ignorato, contemplammo la seconda rivelazione del Pensiero
Eterno: Maria, che
adorò e servì l’Incarnazione della Parola Divina. E se per la conoscenza
della prima rivelazione (l’Incarnazione del Verbo) venne il Disordine
creato dai superbi che non vollero adorarla, per la conoscenza della
seconda (Maria che serve e adora l’Incarnazione) tornò a noi la pace che
si era turbata. Vedemmo Maria nel Pensiero eterno. Vederla e possedere
quella sapienza che è conforto, sicurezza e pace fu una cosa sola.
Salutammo la nostra futura Regina, la contemplammo nelle sue perfezioni
gratuite (doni e grazie straordinarie) e volontarie (virtù). Oh!
Bellezza di quell’attimo in cui, a conforto dei suoi Angeli, l’Eterno
presentò ad essi la Gemma del suo Amore e della sua Potenza. E la
vedemmo tanto umile da riparare da sé sola ogni superbia umana e
angelica. Ci fu maestra da allora nel non fare dei doni di Dio uno
strumento di rovina. Non la sua corporea effigie, ma la sua spiritualità
ci parlò senza parola, e da ogni pensiero di superbia fummo preservati
per aver contemplato per un attimo, nel Pensiero eterno di Dio,
l’Umilissima. Per secoli operammo nella soavità di quella fulgida
rivelazione e gioimmo, gioiamo e gioiremo di possedere Colei che avevamo
spiritualmente contemplata. La Gioia di Dio, che è Maria, è la nostra
gioia e noi ci teniamo nella sua luce per essere da essa compenetrati e
per dare gioia e gloria a Colui che ci ha creati” (cf. Maria Valtorta, Libro di Azaria, pp. 337-341).
Messaggi di Maria
“Guardate, o figli, a questa vostra Madre Bambina. Perché piccola
piacqui all’Altissimo. Piccola, perché tutto ho avuto da Dio. La mia
ricchezza è perciò solo quella dei piccoli, dei poveri: l’umiltà, la
fiducia, l’abbandono, la speranza. Guardate a questa vostra Mamma
bambina e imparerete ad essere piccoli. Dovete essere piccoli perché
siete miei figli, e perciò dovete vivere la mia stessa vita. Dovete
essere piccoli per diventare docili strumenti per il mio disegno e per
attrarre su di voi la compiacenza di mio Figlio Gesù. Dovete essere
piccoli per fronteggiare Satana che riesce a sedurre con l’orgoglio e la
superbia. Dovete essere sempre più piccoli, perché la Mamma vi vuole
tutti per Sé: vi vuole nutrire, vestire, portare nelle sue braccia.
Piccoli, infine, per formare quel mio umile calcagno che Satana cercherà
di mordere, ma con cui Io gli schiaccerò la testa. Dovete perciò essere
sempre più piccoli se volete preparare il più grande trionfo del mio
Cuore Immacolato. (La Madonna a don Stefano Gobbi, 8 Settembre 1976).
“Cari figli, sforzatevi di partecipare alla Messa come si deve.
Io vi sono più vicina durante la Messa che durante l’apparizione. Molti
pellegrini vorrebbero essere presenti nella stanzetta delle apparizioni e
perciò si accalcano attorno alla canonica. Quando si spingeranno
davanti al Tabernacolo, come ora fanno davanti alla canonica, allora
avranno capito tutto, avranno capito la presenza di Gesù, perché fare la
comunione è più che essere veggente” (1.6 e 12.11.1986).
“A chi vuol fare un cammino spirituale profondo, io consiglio di purificarsi confessandosi
una volta alla settimana. Confessatevi anche dei più piccoli peccati,
perché quando andrete all’incontro con Dio soffrirete di aver dentro di
voi anche una minima mancanza” (28.9.1984).
Digiunate. Il digiuno è di grande importanza nella vita
spirituale. Durante quest’ultimo quarto di secolo il digiuno è stato
dimenticato in seno alla Chiesa Cattolica” (31.5.1984).
Adorate senza interruzione il Santissimo Sacramento dell’altare.
Io sono sempre presente quando i miei figli sono in adorazione. In quel
momento si ottengono grazie particolari. Vorrei che la gente pregasse
il più possibile e che ogni giorno recitasse almeno il Rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi (15.3 e 14.8.1984).
“Voglio mettervi in guardia perché in questo tempo Satana vi tenta e vi cerca. A Satana è sufficiente un vostro piccolo vuoto interiore per poter operare dentro di voi.
Perciò, come vostra Madre, Io vi invito a pregare. Che la vostra arma
sia la preghiera. Con la preghiera del cuore vincerete Satana”. Come
Mamma vi invito a pregare per i giovani di tutto il mondo” (5.9.1988).



download MP3



Download PDF


0




Aggiungi un commento























ARTICOLI SUL MAGISTERO DELLA CHIESA

I sette sacramenti, undicesima parte

Passiamo
a trattare dei canoni del decreto del Concilio tridentino sui
sacramenti inerenti al sacramento del Battesimo e ai tre soli canoni sul
sacramento della cresima. Mi limiterò a citare e commentare i più
importanti.

Canoni sul sacramento del Battesimo.
























I VIZI CAPITALI

INTRODUZIONE

La
sublime vocazione alla santità, a cui tutti siamo chiamati in forza del
nostro battesimo, è il compito avvincente e formidabile di ogni
cristiano.

1































L’UMILTÀ DI MARIA

San Bernardo: l’umiltà è il fondamento e la garanzia di ogni virtù. Senza umiltà non ci può essere né virtù né vera virtù.

Gesù è stato il primo ed il sommo Umile: Mt 11,29 e lettera di san Paolo ai Filippesi (2,5-11).

Maria
fu la prima e più perfetta discepola di Gesù in questa virtù. Santa
Matilde ci dice: “Maria si esercitò molto nell’umiltà fin dalla
fanciullezza”.

Cos’è l’umiltà?

Avere un basso concetto di sé.
























LA CONFESSIONE DI DEVOZIONE

Guida ed esame di coscienza per la confessione frequente

Il sacramento della confessione è indubbiamente uno dei più importanti e santificanti in assoluto.
























ARTICOLI SUL MAGISTERO DELLA CHIESA

I sette sacramenti secondo il Concilio di Trento: i 13 canoni sui sacramenti. Esposizione e commento

Una
trattazione esauriente del discorso dogmatico sui sacramenti non può e
non deve prescindere dagli insegnamenti del Concilio di Trento
(1545-1563) che contiene la più completa, esauriente e dettagliata
dottrina su di essi che mai sia stata elaborata nel corso della storia
della Chiesa.


























DIVORZIO E ADULTERIO

DUE GRAVISSIME PROFANAZIONI DELL'INDISSOLUBITA' DEL MATRIMONIO

Il
sacramento del matrimonio causa tra gli sposi una realtà ontologica del
tutto nuova: come dice Gesù nel Vangelo, riprendendo il celebre
aforisma del libro della Genesi, gli sposi non sono più due, ma una sola
carne. Il sigillo dell’una caro viene perfezionato quando gli sposi,
dopo aver celebrato le nozze, compiono l’atto coniugale.


























IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

DOTTRINA DEL CONCILIO DI FIRENZE

(1438-1445)

Veniamo
finalmente al sacramento del matrimonio, al riguardo del quale il
Concilio di Firenze presenta una dottrina chiara e molto puntuale.

“Settimo
è il sacramento del matrimonio, simbolo dell'unione di Cristo e della
Chiesa, secondo le parole dell’Apostolo: “Questo mistero è grande; lo
dico riferendomi a Cristo e alla Chiesa” (Ef 5, 32).


























IL SACRAMENTO DELL'ORDINE

DOTTRINA DOGMATICA DEL CONCILIO DI FIRENZE

Il
sesto e il settimo sacramento con cui il Concilio di Firenze conclude
la sua sintetica ma assai efficace sintesi dottrinale sono l’ordine e il
matrimonio.


























IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA

DOTTRINA DEL CONCILIO DI FIRENZE

Proseguendo
nell’analisi della dottrina sui sacramenti del Concilio di Firenze,
giungiamo al sacramento della penitenza, sul quale l’insegnamento è
tanto sobrio ed essenziale quanto chiaro ed esaustivo.


























I SACRAMENTALI

“Le armi di difesa dalle incursioni malefiche del nemico”

Introduzione

Gesù
Cristo, unico Salvatore dell’uomo, nel suo infinito amore per l’umanità
è venuto nel mondo per redimerci e salvarci, con la potenza infinita
del suo sacrificio di amore.








Caricamento in corso...
Modello Dynamic Views. Powered by Blogger.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Seguidores